il mio girovagare mi ha portato a scoprire una nuova oasi della gastronomia:
L’enoteca Fiodigusto, a Volla.
Da quando l’ho scoperta è diventata tappa fissa per le mie scorpacciate e ho deciso di parlarvene per la mia nuova rubrica Arricreammec!
La qualità e il fascino ti conquistano subito.
L’atmosfera è di quelle calde, che ti fanno sentire a casa. Ma con classe.
Le luci basse e l’arredamento ti introiettano da subito in un luogo di altri tempi.
Scaffali ricchi di proposte enologiche nazionali accompagnano il tuo incedere.
Poi, si disvela dinanzi ai tuoi occhi una visione: un’immensa scelta tra formaggi ricercati e ricchi di confetture di ogni tipo, e salumi di alto livello.
Sei arrivato al bancone. Dove le pietanze si sovrastano l’un l’altra in maniera imperiosa, sovrapponendosi nello sguardo dell’osservatore. Sembra di osservare Guernica, la celebre opera di Picasso.



Ed è questo il vero cuore dell’Enoteca Fiordigusto. Che trova una guida competente in Aldo Lanzetta, maestro in gastronomia con una trentennale esperienza alle spalle (oserei dire un’enciclopedia dei formaggi, che sicuramente meriterebbe una laurea ad hoc) e che ti racconta che il suo fascino lo preserva proprio grazie al fatto di cibarsi solo di tali primizie.
Ma ritorni alla realtà. Vieni accolto dai camerieri che ti fanno accomodare nella sala attigua, volta alla ristorazione.
Dopo un’aperitivo di benvenuto, si è pronti alla cena. E arriva in soccorso Gennaro Distadio, direttore di sala preparato e diligente che saprà interpretare le tue esigenze.
Impossibile prescindere dagli antipastini fatti “in casa”.
Croce e Delizia: così saporiti e vari da spingerti a mangiarne sempre di più, ma portandoti in conflitto con la parte del tuo cervello che ti consiglia di regolarti e provare anche le pietanze successive.
Si passa al tagliere, che definire indispensabile è riduttivo.
Se ne possono ordinare di vario genere. Il mio consiglio va sul tagliere d’elite o su quello misto.

Avrai modo di provare sapori particolari, inusuali e in taluni casi esaltanti. Stagionature degne di nota, accompagnate da confetture di mosto d’uva, di fichi e di varie proposte locali.
Una degustazione lenta ti darà più soddisfazione e ti lascierà percepire meglio i sapori, distinguendo le sfumature.
E come in una sindrome di Stendhal, resti rapito e immobile. In uno stato contemplativo. Completamente estasiasiato dal gusto dello jamon iberico e del Blu61.

se scegli vino come accompagnamento hai varie possibilità per esaltare ulteriormente la tua degustazione.
Una scelta alla spina di ben 10 etichette assicura stagionalità a gettito continuo. Abitualmente Io scelgo il Nero d’Avola, che mi accompagna per tutta la cena.
Ma si può preferire la bottiglia per una varietà più ampia, ed ecco che l’enoteca svela tutta la sua potenza di fuoco con una selezione invidiabile sia di rossi che di bianchi di tutta la penisola.
Certo, non ti mancherà modo, se sei appassionato, di protendere per la birra artigianale.
Alla spillatore trovi due belga e due tedesche, chiare e scure.

In bottiglia puoi sbizzarrirti. Potrai trovare la Ipa (India Pale Ale), la mia preferita senza dubbio oltre che la birra del momento, la Corsendock rossa, che ho notato essere molto aprezzata da un pubblico femminile ed altre proposte interessanti.
Consiglio di procedere con un’innalzamento della gradazione alcolica graduale, quindi di partire con qualcosa di leggero e poi procedere verso qualcosa di più sostanzioso.
Terminata la fase due e rientrati nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali, si è impossessati da Lui: il Dubbio.
Ordinare, a questo punto, un primo trasbordante il piatto, come è nelle usanze dei nostri benevoli osti…
o passare alla carne, magari di maialino nero nato e cresciuto a Benevento, targato “Tomasi salumi“?!
Una scelta tutta personale, che in ambedue i casi porta all’appagatezza. Portate imponenti, infatti, ti assicurano quantità oltre che qualità. Ma a me piace procedere con calma ed assagiare tutto, quindi, armato di buon appetito, mi lascio andare e completo l’ordine sia con un primo che un secondo.
La cucina tradizionale ma leggermente rivisitata dello Chef Antonio Cennamo non tradisce le premesse.
Per chiudere i dolce…
Infine i distillati con Bonollo …
L’esperienza si rivela davvero piacevole. Sicuramente non capita tutti i giorni. E allora ti viene la curiosità di saperne di più. Di chi ci sia dietro, della storia del posto.
E scopri che uno dei titolari è un ragazzo molto giovane, Stefano Gallinaro, che con la sua creatura impreziosisce ulteriormente il Gruppo Fiordigusto (guidato da Eduardo Caiazzo, suo socio nell’avventura) con un’altra perla. La quinta per esattezza, in 20 anni di attività.
La citta di volla sta sbocciando come un campo fiorato.
uno sviluppo urbano improvviso e intensissimo sta stravolgendo la tranquilla cittadina che si arricchisce mese dopo mese di nuove proposte legate all’intrattenimento e alla cucina.
Ma sono sicuro che con Enoteca Fiordigusto sia stato messo un bel punto esclamativo!
Che sia per pranzo o per cena, da consumare in loco guardando una partita (il locale è convenzionato sia con sky che con premium calcio e un videoproiettore da paura) o da asporto.
Che sia, addirittura la “marenna”. La parola d’ordine è “al bando la Grande Distribuzione!”.
https://www.facebook.com/enotecafiordigusto, un mondo di piacere.
Aperto tutta la settimana, a pranzo e cena, tranne il Lunedì.

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